Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
Numerosi studi hanno riportato effetti benefici della fotocoagulazione laser nel trattamento della Corioretinopatia Sierosa Centrale. La maggior evidenza è che la fotocoagulazione diretta del punto di perdita a livello dell’epitelio pigmentato retinico possa abbreviare la fase acuta della malattia.
Considerando la buona prognosi che la malattia ha in gran parte dei pazienti, il trattamento laser dovrebbe essere riservato ai seguenti casi dove si dimostri:
È stato osservato che in caso di più punti di perdita all’interno di un unico distacco sieroso il trattamento delle lesioni lontane dalla fovea può indurre la regressione anche di eventuali leakage foveali o prossimi alla fovea.
La fotocoagulazione laser ha dei limiti nelle forme croniche in cui il fluido proviene da zone mal definite di scompenso dell’epitelio pigmentato. L’applicazione di spot laser “a griglia” o confluenti in tali aree è spesso inefficace.
In queste forme può trovare applicazione la terapia fotodinamica (PDT) a bassa fluenza ed eventualmente la terapia mediante iniezioni intravitreali con farmaci antiangiogenesi, qualora si complicasse con una neo vascolarizzazione coroideale.
Recenti studi hanno messo in evidenza la potenziale efficacia sia dell’eplerenone che dello spironolattone nei pazienti con CSC, mostrando promettenti risultati in termini di acuità visiva e di riduzione dello spessore maculare centrale legato alla riduzione del fluido sottoretinico valutato con l’OCT. Effetti collaterali correlati alla terapia possono un incremento della potassemia plasmatica (> 5.5 mEq/L) o una riduzione del volume del filtrato glomerulare (<60 mL/min), situazioni per cui viene immediatamente interrotto
Ciascun caso di corioretinopatia sierosa centrale deve essere affrontato in modo estremamente personalizzato e a ciascun caso offerta una modalità terapeutica riservata e individuale che possa aggiornarsi o cambiare nel corso del tempo.
Alla fluorangiografia (Figura 3b) è tipico il rilievo di uno o più punti che perdono siero (leakage focale o multifocale) a livello dell’epitelio pigmentato retinico. Lesioni recenti danno una caratteristica diffusione del colorante “a pennacchio” (o ombrello) nelle fasi tardive dell’esame.
All’esame tomografico (OCT), è ben evidente la separazione tra lo strato neuroepiteliale e il sottostante epitelio pigmentato retinico (Figura 3c).
La malattia al primo episodio si risolve in genere spontaneamente in 3-4 mesi con un eccellente recupero funzionale. Nel 45-50% dei casi, si ha la tendenza alla recidiva e la malattia può diventare cronica per il formarsi di aree di persistente scompenso dell’epitelio pigmentato retinico (Figura 4). L’ipertensione sistemica sembra essere un fattore favorente la cronicizzazione.
Nei casi di Corioretinopatia Sierosa Centrale cronica si possono osservare aree più o meno estese di atrofia dell’epitelio pigmentato retinico e, nelle forme più avanzate, di degenerazione maculare cistoide, essudazione lipidica, fibrosi sottoretinica e neovascolarizzazione coroideale.
Le alterazioni del neuroepitelio e dell’epitelio pigmentato maculare si traducono in danni gravi ed irreversibili della visione centrale con persistente alterazione dei colori e percezione di scotoma relativo. I pazienti con recidive multiple, distacchi persistenti e diffuso interessamento dell’epitelio pigmentato retinico sono a più alto rischio di compromissione visiva grave.
La Corioretinopatia Sierosa Centrale (CRSC) è una malattia oculare caratterizzata da un distacco della retina sensoriale per via di un accumulo di liquido sieroso idiopatico (senza cause note). Si tratta di un meccanismo molto simile a quello di produzione delle vesciche cutanee, in cui si ha una raccolta di liquido tra due porzioni anatomiche distinte (Figura 1).
I principali soggetti a rischio della Corioretinopatia Sierosa Centrale sono:
Altri fattori di rischio della Corioretinopatia Sierosa Centrale sono le condizioni che comportano un aumento del cortisone nel sangue come:
Studi recenti hanno evidenziato la frequente presenza di Helicobacter pilori (il batterio dell’ulcera gastroduodenale) nei soggetti affetti da Corioretinopatia Sierosa Centrale.
L’esordio della Corioretinopatia Sierosa Centrale è solitamente subdolo e non è semplice notarlo. In genere interessa un solo occhio, anche se nell’occhio controlaterale si possono riscontrare lesioni non centrali (extrafoveali) senza sintomi degni di nota.
I tipici sintomi della Corioretinopatia Sierosa Centrale sono:
L’acutezza visiva raramente raggiunge valori inferiori ai 5/10 e migliora solo con lenti positive. All’esame del fondo dell’occhio si osserva tipicamente una “bolla” di sollevamento sieroso della retina neurosensoriale, localizzata al centro della retina (regione maculare).