Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
La cura dello strabismo nel bambino passa da un’attenta diagnosi, perché ogni paziente è un caso a sé. Premessa indispensabile per un buon risultato terapeutico è la perfetta sintonia e la massima collaborazione del team terapeutico, composto dall’oculista, dall’ortottista e dai genitori (o dalle persone che si occupano quotidianamente del piccolo paziente), per garantire l’adesione ai trattamenti prescritti (correzione ottica, occlusione, rieducazione visiva).
Il primo obiettivo della cura dello strabismo nel bambino è il recupero del miglior visus possibile in entrambi gli occhi, per far sì che i centri cerebrali utilizzino in maniera alternativa e non preferenziale l’uno o l’altro occhio come dominante.
Per questo la correzione dello strabismo va prescritta il più precocemente possibile, dopo aver determinato con precisione il vizio di refrazione in cicloplegia. Strumentazioni innovative aiutano l’oculista nei casi più ostici (bimbi pochissimo collaboranti) integrando l’azione dell’esame di schiascopia.
Scopo della correzione dello strabismo è migliorare il visus riducendo e correggendo l’alterazione del fisiologico rapporto tra convergenza e accomodazione che si genera per compensare il deficit funzionale. Anche la correzione dell’ambliopia va impostata il più presto possibile con l’occlusione a pelle a mezzo cerotto adesivo, i filtri su occhiale, la penalizzazione ottica o farmacologica.
L’intervento chirurgico dello strabismo (Figura 10) rappresenta l’ultima tappa nel percorso di rieducazione visiva, e non certo un semplice strumento di allineamento di un inestetismo.
Nel bambino si ricorre all’anestesia generale, mentre negli adulti è più efficace e conveniente l’anestesia locale, in ambulatorio, senza ricovero.
L’intervento per lo strabismo ha l’obiettivo di riallineare gli assi visivi agendo sui muscoli estrinseci oculari, spostando cioè la loro inserzione sul bulbo o accorciandone il ventre (Figura 10). Purtroppo il tipo di anestesia impedisce la precisione che si riesce ad ottenere in anestesia locale nell’adulto, per cui possono essere necessari diversi interventi per raggiungere un risultato funzionale ed estetico soddisfacente.
In mani esperte, le altre complicanze dell’operazione dello strabismo, soprattutto quelle con conseguenze gravi (perdita di un muscolo per scivolamento, perforazione della parete del bulbo, infezione ed emorragia intraoculari, distacco di retina…) sono assai rare.
L’equipe medica del Centro Oculistico Quattroelle di Milano e Nizza Monferrato è composta da medici e chirurghi esperti, che sanno come prendersi cura dei propri pazienti.
Nel periodo post-chirurgico, un perfetto riallineamento degli assi visivi non deve assolutamente distogliere dagli altri obiettivi (correzione del difetto visivo, prevenzione dell’occhio pigro, rieducazione della visione binoculare) e dallo scrupoloso rispetto dei controlli, anche molti anni dopo l’intervento.
Lo strabismo è la deviazione degli assi visivi (le linee immaginarie che collegano l’oggetto osservato con il centro della retina, la fovea), conseguente al cattivo funzionamento dei meccanismi neuromuscolari (Figura 1) che controllano la motilità oculare.
Il disallineamento degli assi visivi dei due occhi impedisce l’unificazione delle due immagini (la visione binoculare singola) dato che le immagini proiettate sulle aree retiniche corrispondenti sono troppo diverse.
In età adulta, la comparsa o lo scompenso improvviso di uno strabismo si presenta con visione doppia. In età evolutiva, quando la visione binoculare si sta costruendo, s’instaurano meccanismi di adattamento che evitano gli intollerabili disturbi della confusione e della visione doppia (Figura 2) ma presentano un conto da pagare in termini di funzione visiva: sono la soppressione (parti del campo visivo sono rese cieche, gli “scotomi”), il mancato sviluppo del visus (occhio pigro, vedi la pagina Ambliopia) e la corrispondenza retinica anomala.
Le cause dello strabismo (insieme all’età d’insorgenza) sono diverse:
In molti casi lo strabismo è “essenziale” (non sono riconoscibili cause apparenti), anche se sovente sono riferiti collegamenti con travagli prolungati, sofferenze del feto durante il parto, traumi sia fisici che psichici, febbri intense, convulsioni ecc, che verosimilmente possono agire come fattori scatenanti e non come cause vere e proprie.
La condizione di normalità in cui gli assi visivi sono paralleli per la visione distale e convergono consensualmente per la visione prossimale è definita ortoforia.
Eteroforia è la condizione in cui lo strabismo è latente, presente cioè solo quando s’interrompe il meccanismo della fusione o vengono meno i meccanismi di compenso; in questi casi una sintomatologia anche pronunciata (cefalea, affaticamento visivo, nausea, bruciore, fotofobia, visione sdoppiata) deriva dallo sforzo per mantenere l’allineamento oculare.
Eterotropia è il nome dello strabismo manifesto, presente in maniera costante o intermittente (solo in taluni momenti della giornata). L’angolo di deviazione costante in tutte le direzioni di sguardo definisce lo strabismo concomitante, mentre incomitante è il termine usato per un angolo variabile (tipicamente nelle paralisi, dove la deviazione aumenta nel settore d’azione del muscolo interessato). Quando la deviazione interessa l’asse orizzontale, lo strabismo può essere convergente (esotropia o ET, l’occhio guarda verso il naso) o divergente (exotropia o XT, occhio girato all’esterno). Si parla invece di ipertropia (l’occhio è più alto dell’altro) o di ipotropia (occhio più basso) quando lo strabismo è verticale.
Si distinguono tre forme di strabismo convergente, l’esotropia essenziale, l’esotropia accomodativa e quella non accomodativa.
L’esotropia essenziale (Figura 4) compare nei primi sei mesi di vita con un angolo di strabismo elevato, una fissazione alternante e crociata, una fusione scarsa (visione binoculare assente), senza difetti visivi particolari.
L’esotropia accomodativa si presenta in soggetti con turbe a carico del sistema accomodativo e ha tre varianti:
L’exotropia (Figura 6) può essere intermittente, con periodi di controllo della deviazione alternati a fasi di scompenso (tipicamente, in condizioni di forte luminosità ambientale) oppure costante. Quest’ultima può essere congenita, da eccesso di divergenza (la deviazione è maggiore per lontano che per vicino), da insufficienza di convergenza (la deviazione è maggiore per vicino che per lontano), da deprivazione sensoriale o secondaria.
Le forme di strabismo verticale in genere sono più complesse perché associano strabismi orizzontali a disfunzioni dei muscoli obliqui (molto frequente l’associazione tra esotropia e iperfunzione del muscolo piccolo obliquo) e non sono assimilabili ai cosiddetti strabismi a schema alfabetico (A, V, X, Y) che possiedono caratteristiche specifiche.
In particolare bisogna ricordare lo strabismo con iperfunzione del muscolo piccolo obliquo (Figura 7) per la sua frequenza elevata. Si osserva in associazione alle esotropie congenite nel 72% dei casi, alle esotropie accomodative nel 34% dei casi e alle exotropie intermittenti nel 32% dei casi. Questo difetto (bilaterale nel 77% dei casi) porta a disturbi della coordinazione oculare, della visione binoculare singola e spesso anche a problemi di postura del capo.
Per sindromi alfabetiche si indicano le condizioni in cui la deviazione orizzontale cambia passando dallo sguardo in alto allo sguardo in basso. Quando la convergenza massima si ha in alto si parla di sindrome in A, quando è in basso di sindrome in V (Figura 8). Un’esotropia in A avrà la deviazione orizzontale massima in alto, minima in basso, un’esotropia in V avrà la deviazione massima in basso e minima in alto. L’opposto si verifica in caso di exotropia. Questi atteggiamenti possono associarsi a posizione anomala del capo, mento in alto o in basso al fine di mantenere la posizione in cui gli occhi risultino più allineati.
Si osserva più frequentemente nell’adulto, in conseguenza di patologie come i traumi cranici, eventi circolatori acuti anche non gravi (dall’ictus cerebri alle paresi ischemiche dell’anziano), malattie infettive, diabete, distiroidismi (oftalmopatia di Graves-Basedow), miastenia gravis, patologie degenerative del sistema nervoso centrale…
Questo strabismo causa visione doppia o confusione costante, spesso associati a disturbi dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale. L’angolo di deviazione degli occhi è massimo nella direzione di sguardo del muscolo interessato (Figura 9). Il muscolo più frequentemente affetto da queste patologie è il retto laterale, che a causa di una particolare conformazione anatomico funzionale, lo rende più vulnerabile alla patologie menzionate. Fanno eccezione l’oftalmopatia distiroidea nella quale molto spesso il muscolo interessato è il retto superiore, la sindrome di Brown (limitazione dell’elevazione in adduzione) in cui è interessato il muscolo obliquo superiore e la sindrome di Duane in cui sono colpiti sia i retti laterali che i retti mediali.