Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
La neurite ottica è una malattia del nervo ottico che riguarda l’infiammazione della sua parte anteriore (papillite) o posteriore (neurite ottica retrobulbare).
Il nervo ottico è una sorta di cavo in cui s’impacchettano i prolungamenti delle cellule ganglionari della retina (circa un milione di fibre ottiche, circa una fibra per ogni singolo punto del campo visivo) che convogliano le informazioni alle regioni cerebrali della visione, passando attraverso una serie di stazioni intermedie per la completa elaborazione e registrazione del segnale.
L’unica porzione esplorabile, senza ricorrere a metodiche radiologiche più o meno invasive, è il suo punto d’ingresso all’interno dell’occhio (testa del nervo ottico o papilla ottica), visualizzabile con l’esame del fundus oculi (Figura 1b).
La neurite ottica o infiammazione acuta del nervo ottico riconosce cause molteplici di natura infettiva (sifilide, tubercolosi, morbillo, rosolia, epatite, HIV…), infiammatoria sistemica (malattie autoimmuni di interesse reumatologico come la sarcoidosi, il lupus erithemathosus…) e microangiopatica (ischemie, diabete). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, è responsabile una malattia demielinizzante, la sclerosi multipla (SM). Si tratta di un’affezione della mielina (Figura 2d), guaina di rivestimento del tessuto nervoso, centrale e periferico, fondamentale per la corretta conduzione degli stimoli neurologici, compreso quello visivo, che si ammala per motivi poco chiari, anche se si suppone un meccanismo autoimmunitario.
La neurite ottica rappresenta il segno d’esordio della sclerosi multipla in un quarto dei casi, mentre il rischio di sviluppare SM dopo un episodio di neurite ottica arriva al 75% nei 10 anni successivi. Il paziente, di solito una donna giovane, si presenta lamentando una diminuzione improvvisa della vista, con alterazione della percezione dei colori (Figura 2a, b), diminuzione della luminosità alternata a percezione di lampi al buio, perdita della visione tridimensionale, collegata spesso a situazioni che aumentano la temperatura corporea (ad esempio dopo un bagno caldo o l’esercizio fisico). La fase acuta dura circa 10 giorni ed è seguita da un periodo di stabilità e ripresa.
Il cosiddetto “corteo” di sintomi della neurite ottica che accompagnano il calo visivo è costituito da:
L’oculista in genere “vede” poco, un bulbo moderatamente ipotonico e, raramente, qualche alterazione infiammatoria della testa del nervo ottico (Figura 2c).
Testando il campo visivo, si riscontano deficit importanti. Il paziente viene così inviato alla consulenza neurologica (la risonanza magnetica indagherà la presenza delle “placche” di demielinizzazione all’interno dei ventricoli cerebrali) per precisare l’ipotesi diagnostica di SM.
La terapia più praticata per la neurite ottica, quella cortisonica sistemica, è controversa. Non ha alcun beneficio sulla malattia nel lungo periodo ma potrebbe accelerare la guarigione ed il recupero della funzione visiva. La prognosi viene in genere affidata al neurologo, anche se è importante che l’oculista monitori l’evoluzione della patologia.