Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
Il trattamento per la diplopia o visione doppia può essere immediato, anche se il timing più conveniente varia da caso a caso (la paziente attesa, ad esempio, è la miglior scelta in certe diplopie che si modificano, talora regrediscono spontaneamente).
La precedenza va data alla terapia causale (cure mediche o chirurgiche non oculistiche), ove sia stato possibile accertare l’eziologia. Il nostro ruolo in questa fase consiste nel ridurre i disagi mediante l’adozione di lenti prismatiche. Si tratta di lenti a facce non parallele (Figura 2) che spostano la posizione apparente dell’oggetto, compensando la deviazione. Si adottano, in genere, i‘press-on’ di Fresnel, sottili membrane di polivinile fatte aderire per capillarità alle normali lenti su occhiale, anche se prismi oftalmici sono oggi realizzabili con costi ed estetica accettabili. Tutti i prismi, tuttavia, alterano la qualità dell’immagine retinica, incurvano il mondo visivo in condizioni dinamiche (non seguono i movimenti oculari) e sono antiestetici.
Un’altra opzione per la cura della diplopia o visione doppia consiste nell’iniezione di tossina botulinica (la stessa utilizzata per trattate le rughe in dermatologia estetica, anche se ad altri dosaggi). La tossina indebolisce in maniera transitoria il muscolo antagonista a quello paretico dello stesso occhio, in attesa che questo recuperi. Si tratta di una tecnica maneggevole e con rare complicanze (un effetto collaterale frequente è la caduta della palpebra superiore, che impedisce la visione ed evita la diplopia), ma che non ha ancora mostrato una reale efficacia.
A situazione clinica stabilizzata, se non a guarigione avvenuta, la chirurgia sui muscoli (miopessia) non può ridare la funzione al muscolo paretico, ma è sovente in grado di migliorare la qualità della vita, eliminando la diplopia almeno nelle posizioni fondamentali: lo sguardo diritto-davanti e quello in basso. Più tecnicamente si dice che, nelle paralisi oculari, l’obiettivo è ripristinare la visione binoculare in posizione primaria, recuperando al massimo la collaborazione binoculare nelle posizioni cardinali e limitando le anomalie posturali compensatorie, posizioni innaturali del capo o della colonna chiamate torcicollo oculare, a loro volta foriere di importanti disturbi come le cefalee muscolo-tensive.
I pazienti adulti che presentano disordini oculo-motori con diplopia si possono suddividere in cinque gruppi:
La miopessia in anestesia locale mista, di superficie con instillazione topica di lidocaina colliro al 2% più infiltrazione sottocongiuntivale di ropivacaina al 10%, è la nostra tecnica di elezione nella correzione della diplopia. I principi sono quelli classici di rinforzo dei muscoli deboli (resezione, plicatura, avanzamento), d’indebolimento (recessione, parziale resecatura) di quelli iperattivi, o di trasposizione (spostamento della sede d’inserzione per chiedere ai muscoli vicini, o a delle loro porzioni, di supplire al deficit del muscolo paretico) (Figura 3).
Rispetto alla tecnica classica in cui si ricorre all’anestesia generale, tale tecnica presenta talune peculiarità:
Il paziente che vede doppio va sottoposto a un rigoroso protocollo clinico, comprensivo di un bilancio completo della motilità oculare, per stabilire quali muscoli estrinseci e quali nervi cranici sono stati coinvolti.
Nei casi più semplici (ad esempio la paresi recente del VI nervo cranico, abducente) può essere sufficiente un esame con il classico schermo di Hess-Lancaster, ma spesso sono necessarie competenze più esperte e apparecchiature più sofisticate, per registrare i movimenti oculari (saccadi, movimenti lenti, nistagmo…) nella loro completezza e in combinazione con i movimenti di torsione del capo e del collo. Contemporaneamente va perseguita la ricerca della diagnosi causale (l’eziologia) mediante indagini di tipo generale, quali gli esami ematologici, le prove di funzionalità tiroidea, gli esami neuro-radiologici (TAC, RMN) attivando le relative consulenze specialistiche (internistica, neurologica, endocrinologica, fisiatrica, maxillo-facciale, otorinolaringoiatrica….).
La visione doppia (diplopia), secondaria alla perdita di allineamento degli assi visivi (occhi storti o strabici) (Figura 1), è un sintomo assai spiacevole da sperimentare, soprattutto quando compare all’improvviso. Il disorientamento spaziale che crea impedisce, o rende assai difficoltosa, l’esecuzione delle normali attività quotidiane, dalla lettura alla guida, alla semplice deambulazione e relazione con l’ambiente, generando un profondo stato di malessere, con ansia e depressione.
Anzi che essere abbandonato a se stesso o mortificato con la perenne occlusione di un occhio, come troppo spesso ancora oggi accade, il paziente ha bisogno di un aiuto immediato e di un supporto psicologico. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, la rieducazione con ricorso ai prismi o alla chirurgia consente di alleviare, se non di risolvere, il disturbo.