Il Centro Oculistico Quattroelle è nuovamente operativo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza necessarie.
Il Personale Medico e di Assistenza è provvisto di adeguati dispositivi di protezione personale e procede regolarmente con la disinfezione di tutto il materiale diagnostico prima e dopo ogni visita.
Un comportamento corretto e rispettoso dei pazienti e del personale è fondamentale per accedere serenamente ed in sicurezza alle prestazioni.
Per la correzione della presbiopia sono disponibili diverse tecniche, strategie e scuole di pensiero, ognuna delle quali presenta caratteristiche vantaggiose ma anche punti deboli.
Ci si deve quindi accontentare di compromessi ragionevoli in quanto attualmente la soluzione completa e definitiva non è disponibile, né forse esisterà mai. Pertanto, la parola chiave è personalizzare l’approccio, ritagliare su misura la soluzione, ovvero valutare con estrema attenzione in sede preliminare i modi diversi di vivere questa limitazione, che dipendono dallo stile di vita e dal modo di rapportarsi alle fonti d’informazione di ogni singolo paziente.
Il panorama di metodiche disponibili si articola principalmente in 3 diverse filosofie correttive.
Cosa facciamo oggi per curare la presbiopia
Nella nostra pratica un protocollo accurato parte dalla raccolta di informazioni e di misure funzionali che definisce il profilo del paziente presbite, individuando motivazioni, attitudini, necessità e hobby individuali.
Nei pazienti ritenuti idonei una simulazione del risultato ottenuta con speciali lenti a contatto propone la fattibilità dell’intervento (“lei vedrà così, le piace?”, oppure “quale preferisce di tali situazioni?”). L’efficacia di tali test è straordinaria e consente di scegliere la soluzione migliore per il paziente nel 100% dei casi, compreso, se necessario, il consiglio di astenersi dalla chirurgia aspettando nuove soluzioni e continuando con i soliti occhiali. Un occhialino da presbite non è mai la fine del mondo, comunque molto meglio di aspettative disilluse e di maledizioni indirizzate al chirurgo o alla medicina in generale.
La correzione della presbiopia rappresenta l’ultima frontiera della chirurgia rifrattiva, ad un passo dall’eterna giovinezza funzionale. Siccome non crediamo che i comuni mortali potranno giovarsene in maniera duratura almeno nel prossimo futuro, la parola chiave qui è accontentarsi.
Migliori risultati
Negli ultimi decenni si è cercato in molti modi e con diverse tecniche (Chirurgiche e Laser ) di correggere la presbiopia in modo definitivo, ma i risultati spesso sono stati scadenti o poco duraturi.
Attualmente la tecnica più affidabile e duratura per correggere la presbiopia è la sostituzione del cristallino naturale con un cristallino artificiale Multifocale o meglio detto Trifocale ( Fig. 3 ). Questa tecnica consente di correggere quando è presente, anche la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, offrendo la possibilità in oltre il 90% dei casi di abbandonare completamente l’uso degli occhiali.
Il limite di questa procedura spesso è legata al fatto che questi cristallini artificiali trifocali innescano, per la loro particolare geometria costruttiva, il formarsi di aloni a forma circolare intorno alle fonti di luce artificiali, soprattutto nella visione crepuscolare e nella guida di notte. Per i pazienti molto dinamici e che affrontano molte ore alla guida di notte può essere un grosso limite.
La presbiopia è uno dei difetti visivi più comuni con il naturale processo di invecchiamento dell’occhio. A rigore, non appartiene alla categoria dei difetti visivi, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo; potrebbe semmai trattarsi di un difetto di programmazione filogenetica, una previsione sbagliata della durata media della vita rispetto a quella consentita dalla società contemporanea.
La messa a fuoco alle distanze ravvicinate avviene grazie ad una lente naturale collocata all’interno dell’occhio: si tratta del cristallino. Mentre la cornea è statica e si mantiene relativamente stabile nel corso degli anni, il cristallino è molto dinamico, capace cioè di modificare automaticamente la sua forma e il suo potere, mettendo a fuoco gli oggetti lontani e/o vicini in pochissime frazioni di secondi. Tale autofocus biologico va inevitabilmente incontro, nel corso degli anni, a una serie di modificazioni di volume ed elasticità che ne pregiudicano progressivamente il funzionamento, provocando un fenomeno universale chiamato presbiopia (dal greco ‘occhio vecchio’), che impedisce la visione confortevole da vicino, nei soggetti normali, a partire dei 43-45 anni (Figura 4).