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Approfondimento sull’occhio secco

Pubblicato da Dr.ssa Federica Ferrario

La Dott.ssa Federica Ferrario, del Centro Oculistico Quattroelle, ci spiega come funziona

La sindrome da Disfunzione Lacrimale, detta anche “occhio secco”, è una patologia che impiega anni a manifestarsi e che può peggiorare in caso non venga curata, causando blefariti, congiuntiviti ed in casi più gravi ulcere corneali. Federica Ferrario, che dal 2008 è medico consulente dell’Unità Cornea e Superficie Oculare dell’Ospedale San Raffaele di Milano, collabora con il Centro Oculistico Quattroelle, occupandosi delle patologie corneali.

Dott.ssa Ferrario, cos’è la sindrome dell’occhio secco?

L’occhio secco è una malattia multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare che porta a sintomi di discomfort e disturbi visivi, con potenziale danno alle strutture anteriori dell’occhio.

Si tratta di una patologia che, in base all’area geografica e le attuali condizioni di vita (come l’utilizzo del tablet e delle lenti a contatto, le luci artificiali, l’aria condizionata, l’inquinamento atmosferico, gli squilibri ormonali) colpisce una grande percentuale della popolazione, con sintomi che peggiorano con l’avanzare dell’età.

La causa predominante dell’occhio secco è l’eccessiva evaporazione lacrimale (dislacrimia) per un’insufficiente produzione del film lipidico prodotto dalle ghiandole di Meibomio presenti nelle palpebre superiori ed inferiori. Questa condizione, provoca un’instabilità della lacrima che esita in un’infiammazione oculare cronica con arrossamenti, bruciore, atrofia degli orifici delle ghiandole con infezioni ricorrenti, blefarite, orzaioli, calazi e, nei casi più gravi, con micro ulcerazioni dell’epitelio corneale.

La sindrome dell’occhio secco può essere dovuta anche a una ridotta produzione lacrimale (ipolacrimia), che si verifica quando le ghiandole lacrimali non creano una quantità sufficiente di soluzione acquosa in grado di mantenere l’umidità oculare.

Cura occhio secco con luce pulsata

Le varie fasi del trattamento a luce pulsata per occhio secco.

Quali sono i sintomi dell’occhio secco ed i fattori di rischio più comuni?

I principali sintomi dell’occhio secco sono secchezza oculare, disagio ed irritazione, sensazione puntoria o sensazione di corpo estraneo, bruciore o dolore, lacrimazione eccessiva, arrossamento, spurgo, prurito, affaticamento e fotofobia, ossia elevata sensibilità alla luce. I fattori di rischio invece sono menopausa (causata dalle modifiche degli equilibri ormonali), malattie metaboliche e immunologiche, uso ed igiene delle lenti a contatto, utilizzo di cosmetici, assunzione di alcuni farmaci ed età avanzata.

In che modo la sindrome da occhio secco influisce negativamente sulla vista e sulla qualità della vita?

I sintomi elencati possono causare grossi disagi nelle attività quotidiane (leggere, utilizzare un computer, guidare o guardare la televisione). Inoltre, l’uso delle lenti a contatto potrebbe essere inibito.

Le prescrizioni mediche od i presidi terapeutici da banco (lacrime artificiali, integratori o fonti alimentari ricche di acidi grassi ed Omega 3), possono offrire solo un sollievo momentaneo, ma spesso non sono i rimedi appropriati. L’utilizzo di alcuni colliri invece, come i corticosteroidi e gli antibiotici, può rendersi necessario per ridurre l’infiammazione in caso di blefariti e/o blefaro congiuntiviti, spesso associate alle disfunzioni lacrimali.

Qual è l’indagine diagnostica che viene effettuata?

Per una corretta diagnosi si utilizzano coloranti vitali e strumenti di ultima generazione che permettono di misurare precisamente la natura dell’occhio secco, il tempo di evaporazione lacrimale, la frequenza di ammiccamento e la sua qualità. Diversi sono i metodi disponibili ed effettuati durante la visita oculistica, a seconda dei sintomi manifestati: questionario ODSI (indice di sofferenza della superficie oculare), valutazione del menisco lacrimale e strato lipidico, valutazione delle ghiandole di Meibomio, test di Schirmer, tempo di rottura del film lacrimale, analisi dell’integrità e regolarità della superficie del film lacrimale dopo l’ammiccamento.

In che modo si può curare l’occhio secco?

Le terapie tradizionali consistono in una corretta igiene palpebrale, impacchi caldi e massaggi del bordo palpebrale, colliri cortisonici, unguenti, antibiotici, fermenti lattici ed integratori.

La terapia moderna e innovativa per la cura dell’occhio secco consiste invece nella Luce Pulsata o IRPL (Intense Regulated Pulsed Light). Si tratta di una procedura che utilizza un dispositivo progettato per ripristinare una corretta funzione del film lacrimale, mediante un’intensa luce pulsata policromatica che stimola le ghiandole del Meibomio a riprendere il loro normale funzionamento.

Il meccanismo di azione si basa sul trasferimento di calore, che ammorbidisce e facilita la fuoriuscita del meibum, il secreto delle ghiandole del Meibomio. Il trattamento con luce pulsata per occhio secco agisce sul sistema vascolare situato intorno alle ghiandole lacrimali e fa diminuire i fattori infiammatori e la carica batterica delle palpebre e della cute perioculare.

Il trattamento è semplice, indolore e non invasivo. La seduta dura pochi minuti. Il paziente si accomoda su un lettino, una mascherina protettiva di metallo viene appoggiata sugli occhi ed una sostanza gelatinosa umettante ed idratante viene spalmata sulla cute perioculare e le palpebre. Una serie di flash vengono applicati intorno alla palpebra inferiore, in sequenza, procedendo dalla parte vicino al naso e andando verso la parte vicino alla tempia. La stimolazione permette alle ghiandole del Meibomio di riprendere la propria normale funzione già dopo poche ore dal trattamento con luce pulsata per occhio secco.

Il successo completo della terapia però, si ha solo se si esegue il protocollo completo di 3-4 sedute ad intervalli ben precisi nel tempo. Il trattamento non produce effetti collaterali a carico di altre strutture oculari, né porta alla formazione di cicatrici.

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    Domande Frequenti

    Quali sono le differenze tra il centro di Milano e quello di Nizza Monferrato?

    I nostri Centri dispongono egualmente di strumentazione all’avanguardia. L’ambulatorio di Milano è attivo dal lunedì al venerdì; quello di Nizza Monferrato il sabato. La chirurgia viene effettuata unicamente nella sede di Milano.

    Come accedere al Centro oculistico

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    Come scegliere lo specialista?

    Nella sessione “equipe medica” trova l’elenco dei nostri oculisti, con il proprio campo di competenza specifica. In ogni caso, una prima visita oculistica generica può essere effettuata da uno qualsiasi dei nostri specialisti; consideri quindi anche la disponibilità, i giorni ed orari di visita a lei più congeniali.

    A che età è utile fare la prima visita ai bambini?

    L’età giusta è tra i 3 e i 4 anni. Oggi abbiamo a disposizione strumenti in grado di rilevare difetti di refrazione in modo oggettivo, anche prima dell’età scolare, quando il bimbo sarà in grado di collaborare e dare risposte soggettive utili a identificare la giusta refrazione. Se i genitori, o i famigliari stretti del […]

    In cosa consiste la visita oculistica e quanto dura?

    La visita prevede una fase preliminare in cui personale specializzato (ortottisti, optometristi) raccoglie dati e informazioni con strumenti dedicati, utili al medico oculista per la valutazione conclusiva. La tempistica della visita completa non è assolutamente programmabile in maniera standardizzata e può durare anche un paio d’ore, soprattutto per valutazioni chirurgiche, ove a seconda della patologia, […]

    È sempre necessaria la dilatazione della pupilla durante la visita?

    La dilatazione farmacologica della pupilla serve per controllare in maniera più accurata la parte periferica della retina dell’occhio. Da tenere presente che un esame del fondo dell’occhio senza dilatazione è sempre considerato parziale e non completo. Ad oggi esistono apparecchiature (OPTOS) in grado di fotografare il fondo dell’occhio in maniera accurata e senza dilatare farmacologicamente […]

    Quanto dura l’effetto delle gocce per cicloplegia (dilatazione pupilla)?

    L’effetto delle gocce ha una durata diversa a seconda del collirio impiegato, della reattività individuale, dell’età e del difetto visivo (da un minimo di 3-4 ore, ad un massimo, in rari casi, di 24-48 ore).

    Può essere pericoloso utilizzare le gocce per la dilatazione della pupilla in caso di gravidanza o allattamento?

    In generale i colliri che si utilizzano per dilatare la pupilla sono topici, ma potrebbero entrare in circolo e raggiungere anche il feto. Di solito dopo la 20 esima settimana di gestazione non ci sono rischi per il feto, ma ogni singolo caso viene sempre valutato dall’oculista prima di somministrare qualsiasi tipo di collirio o […]

    È importante togliere le lenti a contatto prima della visita?

    L’azione delle lenti a contatto può alterare la forma della cornea, variandone i parametri e di conseguenza la refrazione del paziente, in maniera più o meno incisiva a seconda del tipo di lenti (morbide, rigide o semirigide).  In base alla motivazione per cui viene richiesta la visita oculistica viene indicato la sospensione di circa 2-3 […]