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La congiuntivite infettiva, virale e batterica: sintomi e cura

Cause della congiuntivite infettiva

La forma virale di congiuntivite, il più delle volte causata dall’adenovirus, si presenta inizialmente in un occhio solo, in genere nei ragazzi già grandetti (8-10 anni).

Sintomi della congiuntivite virale

I principali sintomi della congiuntivite infettiva:

  • secrezione di tipo siero-acquoso
  • palpebre arrossate e gonfie
  • presenza di emorragie congiuntivali “a capocchia di spillo” (Figura 3a)
  • febbre, tosse, mal di gola (faringo-congiuntivite), ingrossamento dei linfonodi sotto la mandibola e ai lati del collo.

La congiuntivite virale è molto contagiosa, spesso coinvolge l’altro occhio nel giro di pochi giorni, e rimane tale per almeno 10, a volte 14 giorni dal suo manifestarsi. Può anche avere delle sequele spiacevoli e permanenti, provocate dall’interessamento della cornea (cherato-congiuntivite adenovirale). Per questo è opportuno fare la diagnosi grazie ad un semplice test da studio, l’RPS Detector (Figura 3c).

Congiuntivite infettiva iperemica

Figura 3. Congiuntivite iperemica con microemorragie (a) e catarrale acuta (b). L’RPS Detector (c)

Consigli per la congiuntivite infettiva nei bambini

Il rischio di trasmissione della congiuntivite è elevato ed è tipica dell’età pediatrica, per questo l’attenzione dei genitori deve immediatamente rivolgersi ai seguenti accorgimenti:

  • Igienizzare frequentemente la pelle delle mani (sia dei genitori che del bambino) con lavaggi (acqua e sapone), meglio ancora applicando disinfettanti cutanei specifici tipo Amuchina Gel.
  • Non condividere lenzuola, cuscini, asciugamani e altri oggetti personali.
  • Sospendere la frequenza scolastica (negli adulti si ricorre alla “contumacia relativa”, segregando i pazienti nel loro ufficio, senza contatti con i colleghi) fino alla scomparsa dei sintomi, per un periodo che va da 2 a 10 giorni.
  • Durante i 3 giorni che seguono il ritorno a scuola, il giovane paziente e i suoi insegnanti dovranno per prudenza attenersi alle stesse regole riguardanti l’igiene delle mani, la limitazione della condivisione di penne, astucci, libri e quaderni in classe, federe e coperte, posate, tovaglioli e vettovaglie in mensa.

Cura della congiuntivite infettiva

Similmente a quanto capita nell’influenza, i farmaci, in genere somministrati sotto forma di collirio, ma anche gli antiinfiammatori per bocca come il paracetamolo (Tachipirina, Lonarid e simili) servono unicamente a ridurre la sintomatologia, in attesa che l’infezione faccia il suo corso e il sistema immunitario si liberi dall’invasore.

L’utilità dei farmaci antivirali, sia locali che per bocca, è discutibile, e comunque da considerare soltanto nelle fasi precoci.

Si usano in genere impacchi freschi con blandi antiinfiammatori (acqua borica, camomilla e altri rimedi “della nonna”), colliri decongestionanti come i cortisonici fluorurati e i vasocostrittori. Il decorso tende in genere alla risoluzione spontanea.

Forma batterica della congiuntivite infettiva

Nella congiuntivite batterica (catarrale acuta), il quadro clinico, bilaterale, è dominato da un’intensa secrezione muco-purulenta che impasta le ciglia di materiale giallo-verdastro (figura 3b).

L’età pediatrica interessata è in genere quella della scuola materna (3-5 anni), non ci sono ghiandole linfatiche gonfie e dolenti ma spesso si osservano i segni e i sintomi dell’otite. I germi più frequentemente in causa sono lo Streptococcus pneumoniae, lo Staphylococcus aureus e l’Haemophilus influenzae.

I moderni antibiotici (in genere fluorochinolonici di quarta generazione) combinati a steroidi risolvono brillantemente la situazione. Le regole auree descritte per limitare il contagio sono sempre da applicare, ma l’attenzione può essere meno severa e il giovane paziente può tornare a frequentare scuola e ambienti sociali già 24 ore dopo la remissione completa dei sintomi.

Congiuntivite infettiva nei neonati

Nei neonati la causa della congiuntivite è un’infezione contratta durante il passaggio nel canale del parto, provocata dagli stessi germi (batteri, clamidie, herpes…) responsabili delle infezioni veneree.

Per questo si esegue sempre una profilassi instillando gocce di antibiotico subito dopo la nascita. Più raramente, un dotto naso-lacrimale ancora impervio sostiene l’infiammazione.

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